In memoria di Bruno Grandi

In memoria di Bruno Grandi

Quando un amico ci lascia riemergono i ricordi. Bruno Grandi è stato per noi “il Professore”:in qualità di insegnante di educazione fisica ha forgiato ginnasti come Montesi,Fabbroni,  Malignacci, Gilli,   Marchetti,  Santoro,  Milanetto,  Zucca, Giantomassi, Lampronti, fino a  Vailati,  Pallotti,  Luppino, Luigi Coppa. Atleti che hanno preso il testimone della storia della ginnastica italiana dopo  la generazione di Menichelli.

Bruno come presidente della Federazione Ginnastica e della Federazione Internazionale è stato il dirigente che ha dato un enorme contributo allo sviluppo della disciplina, trasformando il sistema consolidato che limitava a poche nazioni gli allori delle gare. Con la sua riforma, nazioni nuove hanno potuto godere di risultati che mai erano stati possibili. Ci sono voluti molti anni ma alla fine con ferrea tenacia, il professore ha introdotto un nuovo, rivoluzionario regolamento nell’assegnazione dei punteggi, determinando così una più equa distribuzione dei meriti.

Nel campo della ginnastica e più in generale dello sport ha mantenuto costantemente alto il concetto dell’onestà, indicando a tutti che i valori educativi hanno una valenza unica. E che ai giovani atleti deve essere garantita la crescita sportiva in base all’età e allo sviluppo fisico, secondo i criteri della biomeccanica e della psicologia. Bruno è stato inoltre grande divulgatore dell’opera di Girolamo Mercuriale, il  medico forlivese che per primo ha proposto il legame tra educazione fisica e  medicina.

Membro del CIO, è stato a contatto negli anni con capi di Stato e organizzazioni sportive di tutto il mondo, partecipando in ruoli diversi a tutte le Olimpiadi, da Roma 1960 a oggi.                                     Ci ha lasciati col rammarico che il Museo della Ginnastica da lui tanto auspicato nella sua Forlì,        è ancora oggi una confusa nebulosa, nonostante gli impegni e i finanziamenti arrivati! Peccato! Avrebbe dovuto essere, diceva, da esempio e stimolo per le giovani generazioni: quello che finora è stato realizzato è solo una minima parte di ciò che il Professore avrebbe voluto. 

Inutile aggiungere che gli eccelsi risultati da lui raggiunti, sono stati possibili grazie all’acuta intelligenza e all’apertura culturale che spaziava in tutti i campi. Ma soprattutto, amava ripetere, la sua lunga carriera professionale è stata possibile grazie alla moglie Franca, la donna meravigliosa che ha “guidato” la famiglia nei suoi lunghi periodi di assenza, quando “svolazzava” per i quattro continenti.  

Bruno è stato un dirigente umile e generoso. Ha lavorato per gli altri da vero leader. E per questo il Panathlon, di cui era socio, lo piange come amico. 

di Ivan Balelli

Panathlon Club Forlì

 

Panathlon International

Fondazione D.Chiesa